Eccoci sulla soglia del momento più intimo e segreto della celebrazione della Messa: quella parte che anticamente era chiamata “mistero”, a cui solo i battezzati potevano partecipare.
E al centro di questo spazio misterioso c’è la tavola: e questa tavola è una “mensa”, perché è un luogo di condivisione e di nutrimento, ed è un “altare”, perché è anche un luogo di offerta e di trasformazione.
Il ponte dalla liturgia della Parola verso la liturgia “eucaristica” è proprio la “preghiera dei fedeli” (chiamata così perché a questo punto uscivano i “catecumeni”, cioè coloro che ancora non avevano ricevuto il battesimo): la Parola ha allargato e approfondito lo sguardo dei cuori, che ora vedono con più ampiezza e verità le necessità loro, della Chiesa e del mondo e le affidano a Dio.
Ma a questa preghiera che esprime la confidenza nel Signore, per prima cosa corrisponde la disponibilità a mettere in gioco il proprio, a offrire il poco che si ha e che si è, perché il Signore stesso l’accolga e lo trasformi in strumento della sua opera nel mondo e nella storia.
La presentazione dei doni è appunto il momento in cui si porta il pane e il vino, insieme alle offerte, segno di questa condivisione concreta e personale, destinate alle necessità della comunità e in particolare dei poveri; così siamo introdotti al “mistero della tavola”.
Ora il canto del Santo ci avverte: intorno a questa tavola stiamo per entrare nello spazio più alto e incandescente della celebrazione e di tutta l’esperienza cristiana, la perfetta rivelazione e la definitiva comunicazione personale di Dio a noi suo popolo.
Ebbene questo spazio immenso e glorioso è tutto racchiuso nel piccolo e familiare segno di amore di Gesù, che nella notte del tradimento prende il pane, rende grazie a Dio, lo spezza e lo distribuisce ai suoi amici e discepoli; ma nelle sue parole traspare qualcosa di immensamente più grande: egli in quel pane e in quel vino in realtà dona sé stesso ai suoi amici per la vita e la salvezza di tutti gli uomini.
Gesù offrendo sé stesso trasforma in anticipo la sua imminente uccisione, in un atto libero di donazione, e quindi in un nuovo inizio: ecco il “segreto”, il “mistero cristiano”.
Nella Messa questo non è solo un ricordo, ma la partecipazione dei fedeli a quella stessa tavola, è un memoriale: “questo è il mio corpo offerto per voi… questo è il mio sangue per voi e per tutti… fate questo in memoria di me”. Gesù al compimento della sua vita terrena, di fronte alla violenza non ha risposto né con la fuga, né con la violenza, ma si è inventato una via nuova, ha creato una possibilità inedita e impensabile: ha donato sé stesso, ha portato fino alle estreme conseguenze il suo amore, amando coloro che lo tradivano, lo rinnegavano, lo odiavano, lo condannavano, lo insultavano, lo umiliavano, e infine lo uccidevano.
Ha compiuto in modo inimmaginabile la vocazione umana all’amore e così ha mostrato il volto più segreto di Dio: “Dio è amore”.
Nella prima parte della Messa la Parola ci ha aperto il cuore alla condivisione con i fratelli e le sorelle, ma ora l’amore che celebriamo e riceviamo è potenza di trasformazione: non solo la trasformazione del pane spezzato nel suo corpo offerto, e del vino versato nel suo sangue, nella sua vita donata. Siamo noi che siamo trasformati: è potenza di trasformazione che vince la notte del tradimento, della paura e dell’odio, che trasforma ogni nostra notte e ogni notte del mondo abitandola e attraversandola con un amore divino, capace di donare tutto, e di generare un mondo nuovo.
Per questo dopo il memoriale si sviluppa la “preghiera eucaristica”: è una specie di grande grazie (questo significa “eucaristico”) nel quale ci affidiamo alla stessa forza dello Spirito che ha trasformato per noi il pane e il vino perché faccia di noi stessi una realtà nuova: comunione profonda di fratelli e sorelle e offerta gradita a Dio. E poi la preghiera continua affidando a Dio ogni cosa, perché dal punto di vista di quella notte di amore di Gesù possiamo guardare a tutto e a tutti con nuovi occhi di speranza; ora possiamo di nuovo pregare per la Chiesa, il mondo, i defunti, come abbiamo già fatto nella preghiera dei fedeli, ma con la certezza incrollabile che in Gesù tutto è possibile: la Chiesa può rinnovarsi ancora e divenire autentica testimonianza di Lui; il mondo può conoscere una nuova e invincibile attrazione per la pace, la giustizia, la fraternità; i nostri morti non sono annientati e sono destinati alla pienezza della vita in Dio; e anche noi possiamo guardare a tutti i santi del cielo come a compagni di strada che ci spingono alla nostra più vera vocazione di santità, cioè a vivere ogni cosa nell’amore di Gesù.
Al termine di questa grande preghiera di ringraziamento tutti insieme ci rivolgiamo a Dio come figli e preghiamo come Gesù, il Figlio di Dio, ci ha insegnato: Padre nostro.
E allora sì, il segno di pace altro non è che il gesto con cui ci impegnamo a ricevere e a condividere tra noi questa possibilità nuova donata dall’amore di Gesù, risorto e vivo e presente in mezzo in noi: vivere come figli e come fratelli.
Partecipare alla tavola della condivisione, della comunione, dell’amore di Gesù, significa lasciarsi trasformare in Lui. Nutrirci di questo pane spezzato, che è il suo corpo offerto, significa che siamo chiamati anche noi a quello stesso amore e abbiamo davvero la grazia di rispondere con l’offerta di noi stessi e con la stessa radicalità dei santi.
Non ci alziamo da questa tavola soltanto nutriti, ma anche trasformati, rinvigoriti dallo Spirito di Gesù.
Dunque celebriamo la Messa non per fuggire dal mondo, ma per offrirlo a Dio; non per trovare una qualche passeggera consolazione, ma per attingere a quella forza di amore che trasforma tutto; non per costruire un mondo parallelo e artificiale dove vogliamo solo il bene, ma per rispondere, in questo mondo reale, al male con il bene; non per annoiarci in formule e riti incomprensibili, ma per andare con una luce nuova, con una possibilità di comprensione più profonda al cuore di noi stessi e della storia umana e di tutta la creazione.
Suggerimenti di letture, ascolti e visioni
Libri per bambine e bambini
La Messa e il tesoro nascosto dell’Eucarestia, Il Sicomoro
Scopriamo insieme la Messa, Il Sicomoro
H. Arendt. Facciamo i colori : ricette e idee per dipingere e giocare con la natura.
Letture e Ascolti
Rabbi Abraham Twerski. Cos’è L’amore.
Papa Francesco. Il simbolo della convivialità, la sua icona è la famiglia riunita intorno alla mensa domestica.
R. B. Rossignoli. La transustanziazione spiegata ai (miei) bambini.
Papa Francesco, bacia i piedi ai leader del Sud Sudan: Rimanete nella pace.
Bella Prof. Massimiliano Kolbe. Una luce all’inferno.
Don A. Ravagnani. Il giovedi santo.
Papa Francesco. Spezzare il pane con gli esclusi.
Musica
Madame. Il bene nel male.
A. Branduardi. Il dono del cervo.
V. Rossi. Ad ogni costo.
Morandi Ruggeri Tozzi. Si può dare di più.
Marty e i suoi amici. Aggiungi un posto a tavola.
Film
R. Benigni. La vita è bella
F. Zeffirelli. Ultima cena (parte del film completo Gesù di Nazareth ):