Collatio 20-2-2020

Isaia 52,7-12

Come sono belli sui monti
i piedi del messaggero che annuncia la pace,
del messaggero di buone notizie che annuncia la salvezza,
che dice a Sion: «Regna il tuo Dio».

Una voce! Le tue sentinelle alzano la voce,
insieme esultano,
poiché vedono con gli occhi
il ritorno del Signore a Sion.

Prorompete insieme in canti di gioia,
rovine di Gerusalemme,
perché il Signore ha consolato il suo popolo,
ha riscattato Gerusalemme.

Il Signore ha snudato il suo santo braccio
davanti a tutte le nazioni;
tutti i confini della terra vedranno
la salvezza del nostro Dio.

Fuori, fuori, uscite di là!
Non toccate niente d’impuro.
Uscite da essa, purificatevi,
voi che portate gli arredi del Signore!

Voi non dovrete uscire in fretta
né andarvene come uno che fugge,
perché davanti a voi cammina il Signore,
il Dio d’Israele chiude la vostra carovana.

All’inizio di questo “libro della consolazione” (capp. 40-55) avevamo sentito il grido del messaggero che annunciava un tempo nuovo per Gerusalemme, di liberazione e di salvezza. Una parola diretta al cuore, perché fosse preparata, nel deserto, la via al Signore, e una nuova via di ritorno per un popolo esiliato e umiliato: “Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio!”. Ora, dopo i lunghi capitoli nei quali si è narrato di come Israele fatichi a lasciarsi raggiungere da questa parola di consolazione, ritroviamo il messaggero dei lieti annunzi, della pace e della salvezza, e di lui si cantano i passi: “Come sono belli sui monti i piedi del messaggero che annuncia la pace!”. Ora non c’è più solo un grido nel deserto, ma le orme di un cammino che già si sta realizzando. La parola della liberazione ora raggiunge il cuore perché questa parola è la vita di chi la annunzia! Sono i suoi passi, il suo cammino, a proclamarla come parola che già comincia a compiersi! Gerusalemme era stata più volte invitata a svegliarsi, a scuotersi dalla polvere, ad alzarsi: ora sono le sentinelle a cominciare una veglia che nella notte anticipa il giorno, perché sa già vedere i passi di Dio, il suo ritorno, nei primi segno di liberazione, di consolazione e di pace che solo chi vigila può scorgere. Le rovine non sono più lo scenario appesantito dal sonno della tristezza, della rassegnazione e della lamentazione, ma il luogo del canto e del ringraziamento perché il Signore libera e consola! E’ questo il privilegio e la vocazione del popolo di Dio: celebrare la sua salvezza gratuita, come annunzio e una promessa di bene e di pace per tutti i popoli. Sarà in questo popolo che canta e ringrazia, e nei suoi passi purificati, fiduciosi e solenni, che tutti gli uomini riconosceranno la presenza potente e amorevole di Dio: “voi non dovrete uscire in fretta né andarvene come uno che fugge, perché davanti a voi cammina il Signore, il Dio d’Israele chiude la vostra carovana”. E’ Lui che apre il cammino, anche quando ogni passo ci sembra impossibile, ed è Lui che raccoglie quanti restano indietro, nell’incedere della carovana del popolo di Dio dentro la storia.

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