Isaia 28,7-13
Anche costoro barcollano per il vino, vacillano per le bevande inebrianti.
Sacerdoti e profeti barcollano per la bevanda inebriante,
sono annebbiati dal vino;
vacillano per le bevande inebrianti, s’ingannano mentre hanno visioni,
traballano quando fanno da giudici.
Tutte le tavole sono piene di fetido vomito;
non c’è un posto pulito.
«A chi vuole insegnare la scienza?
A chi vuole far capire il messaggio?
Ai bambini svezzati, appena staccati dal seno?
Sì: precetto su precetto, precetto su precetto,
norma su norma, norma su norma,
un po’ qui, un po’ là».
Con labbra balbettanti e in lingua straniera
parlerà a questo popolo
colui che aveva detto loro:
«Ecco il riposo! Fate riposare lo stanco.
Ecco il sollievo!». Ma non vollero udire.
E sarà per loro la parola del Signore:
«Precetto su precetto, precetto su precetto,
norma su norma, norma su norma,
un po’ qui, un po’ là»,
perché camminando cadano all’indietro,
si producano fratture,
siano presi e fatti prigionieri.
Il Signore è corona di gloria per un resto, eppure… “anche costoro”, i capi di Gerusalemme, sono preda, come Samaria, della stessa dimenticanza, della stessa sfrenatezza! La storia sembra ricominciare, c’è un pericolo sempre in agguato: “Barcollano… vacillano… sono annebbiati… s’ingannano… traballano”. Tutto è travolto dalla vuota celebrazione di uno scampato pericolo che diventa corruzione, amnesia, menzogna, incompetenza. Sacerdoti e profeti non sopportano la parola di Isaia che li invita a ricordarsi del Signore e della sua legge di giustizia, di vita, di salvezza: considerano tutto come un’inutile peso, una incomprensibile filastrocca per bambini, un insieme di norme arbitrarie, degno solo del loro disprezzo e del loro scherno. Ma saranno gli stranieri invasori a parlare loro con parole incomprensibili e di scherno, perché non accolsero la Parola che li invitava a mettere la loro fiducia nel Signore, a trovare in Lui riposo e sicurezza. Tutto sarà per loro un indovinello indecifrabile, presagio di un terrore improvviso e di una sorte dolorosa in mano a dominatori stranieri, perché “a voi è stato confidato il mistero del regno di Dio; a quelli di fuori invece tutto viene esposto in parabole, perché: guardino, ma non vedano, ascoltino, ma non intendano […] fate attenzione a quello che udite: con la stessa misura con la quale misurate, sarete misurati anche voi; anzi vi sarà dato di più; poiché a chi ha, sarà dato e a chi non ha, sarà tolto anche quello che ha” (Mc 4,11-12.24-25). Gesù proporrà di nuovo il giogo soave della sua sequela, dell’obbedienza a Lui, come luogo di vero riposo, segreto rivelato solo a chi sa farsi piccolo (cfr. Mt 11,25-30!) e non si vergogna del Vangelo.