Collatio 3-6-2019

Ebrei 9,23-28

Era dunque necessario che le cose raffiguranti le realtà celesti fossero purificate con tali mezzi; ma le stesse realtà celesti, poi, dovevano esserlo con sacrifici superiori a questi. Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d’uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore.

E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l’aspettano per la loro salvezza.

Insomma, ora, con Gesù, si fa sul serio. Il santuario “fatto da mani d’uomo” con il suo sistema liturgico era una specie di “prova generale” in vista di un ben altro culto, quello dell’offerta di Gesù al Padre “nel cielo stesso”. Il sacerdozio antico ha formato un popolo consapevole che il movimento profondo dell’esistenza e di tutta la creazione è quello dell’offerta, della restituzione del dono, della gratitudine e dell’amore: “amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta la mente e con tutte le forze”. Ma solo in Gesù questo movimento si compie davvero, portando presso Dio la sua umanità offerta, facendo spazio nel cuore di Dio per noi suoi fratelli e rendendoci certi del suo amore di Padre. Il mistero dell’Ascensione è tutta in questa intercessione di Gesù presso Dio che al tempo stesso ci purifica da ogni peccato, cioè da ogni impurità che ci impedisce di vivere fono in fondo questo movimento di offerta: il nostro egoismo, la nostra paura. E così ogni sacrificio è compiuto e superato dall’offerta che Gesù fa di sé “una sola volta”: sì perché “è stabilito che gli uomini muoiano una sola volta”. Gesù ha vissuto tutta quanta la sua unica vita terrena “per noi e per la nostra salvezza” (le parole del Credo). Non ha nient’altro da offrire. E così noi: abbiamo una vita sola da spendere. E se si lascia toccare dall’amore di Gesù che si offre per noi e ci purifica, si trasforma in una vita “in attesa di Lui”: ciò che ci sta davanti non è più la morte, ma, in essa, il volto di Gesù che viene a riempirci della sua salvezza, e così anche noi possiamo fare della nostra vita e della nostra morte un atto di offerta e di amore.

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