Collatio 14-10-2019

Giovanni 14,15-21

«Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce.

Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. Non vi lascerò orfani: verrò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».

C’è una separazione che per il mondo è solo una fine (“ancora un poco e il mondo non mi vedrà più”), mentre per i discepoli è la possibilità di aprirsi, nell’amore, a dimensioni nuove e più ampie di comunione. Accogliendo l’amore fino alla fine di Gesù per i suoi, i discepoli possono sperimentare nell’amore per lui la continuità di una relazione che non si interrompe con la morte, ma che rimane nella fedeltà al comando dell’amore reciproco. La comunità che vive l’amore per Gesù nella pratica quotidiana dell’amore fraterno, diventa lo spazio di una intensa comunicazione in Gesù con il Padre e il dono del suo Spirito. Nella sua nuova condizione presso il Padre Gesù non dimentica coloro che “amò sino alla fine” e la sua preghiera al Padre è intercessione perché non manchi il sostegno, la consolazione e l’incoraggiamento di un nuovo “avvocato”: lo Spirito di verità. La comunità dei discepoli sperimenta questa differenza fondamentale rispetto al mondo: tutta la sua vita è animata, custodita, difesa, illuminata, orientata dalla presenza dello Spirito Santo, che accompagna (“rimane presso di voi”) e ispira (“sarà in voi”) il quotidiano cammino dei discepoli. Il mondo, inteso nella sua dimensione di rifiuto di Dio e di chiusura ala sua alterità, non può comprendere questa dimensione “spirituale” della vita dei discepoli, che sfugge alle sue categorie e al suo controllo. Ma i discepoli, nella loro piccolezza e marginalità, non sono abbandonati: vivono i giorni del loro pellegrinaggio dentro la storia degli uomini con la insopprimibile speranza del loro incontro con “colui che viene”, Gesù. Anzi, è in questo vivere nuovo, sospinti dallo Spirito, che i discepoli già da ora potranno vederlo Risorto e vivente: una conoscenza e una comunione destinata ad allargarsi e a partecipare della unità stessa di amore tra Gesù e il Padre. Questa è l’esperienza che Gesù, al momento della sua separazione dai discepoli, offre loro: un camminare per amore di Gesù nel suo comandamento dell’amore reciproco per dilatare il cuore ad orizzonti sempre più ampi e profondi di amore circolare. È così che ciascun credente in Gesù può ricevere la rivelazione del suo volto di Figlio, nel dono dello Spirito e nella conoscenza sempre più intima dell’amore del Padre. Un amore e una comunione che si dilata e che nessuno può spezzare.

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