Collatio 25-11-2019

Giovanni 20,19-23

La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!».

Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

La fede del discepolo amato davanti al sepolcro vuoto e la testimonianza di Maria Maddalena del suo incontro con il Vivente non sono sufficienti perché la sera di quel giorno non trovi i discepoli chiusi nella paura: c’è ancora qualcosa che deve succedere. Non ci sono porte chiuse che possano impedire a Gesù di compiere la promessa fatta ai discepoli nell’ultima sera: “voi, ora, siete nel dolore; ma vi vedrò di nuovo e il vostro cuore si rallegrerà e nessuno potrà togliervi la vostra gioia” (16,22). Egli viene e sta, si stabilisce nel mezzo della fraternità impaurita, come sorgente viva di riconciliazione: “pace a voi!”. Come aveva loro detto: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore” (14,27). Pace donata a prezzo della sua offerta sulla croce, per una riconciliazione che raggiunge tutta la sua storia ferita e la riconsegna ai discepoli come storia di amore: non c’è più da aver paura. La morte in Lui non è più la smentita della vita, ma la dilatazione, l’apertura, la feritoia del dono, per una gioia che nessuno può più togliere. Ma il dono della sua pace non si chiude nella gioia dei discepoli, non ha come fine la loro liberazione dalla paura della morte: c’è da dire ancora “pace a voi”, perché attraverso i discepoli la missione di Gesù raggiunga tutti. È il dono di una riconciliazione che mobilita i discepoli nella stessa direzione di testimonianza e di donazione affidata dal Padre a Gesù: “Io mando voi”. Anzi è l’opera di una nuova creazione: “soffiò in loro” (così letteralmente), come il primo uomo in Gen 2,7. È il respiro stesso di Dio nel soffio del Risorto: “Ricevete lo Spirito Santo”. Non ci saranno deleghe: da questa sera i discepoli di Gesù saranno per tutti gli uomini debitori della riconciliazione di Gesù con il Padre e fra loro, nel perdono dei peccati. Sarà attraverso i cristiani, la loro testimonianza, la loro parola, il profumo della loro vita, che gli uomini potranno conoscere la Pace che viene da Dio, e che è dono unico di Gesù: la pace e la gioia del Figlio amato. La vita cristiana non è dunque semplicemente credere e professare che Gesù è veramente risorto, ma accogliere e lasciarsi muovere dal suo Spirito perché la pace e il perdono di Dio risani il nostro cuore e giunga, attraverso noi, a tutti.

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